Il progetto si sviluppa in un contesto di scarsa qualità urbana, in un sistema frastagliato di edifici dismessi, di incolti urbani e di aree che la pianificazione urbanistica comunale aveva destinato a verde pubblico mai realizzato. La posizione periferica rispetto al centro abitato e l’analisi della situazione di contesto appena descritto hanno portato allo sviluppo di una architettura che si vuole porre in contrapposizione all’esistente. La ricerca tipologica si è subito concentrata sullo sviluppo del tema della “casa a corte mediterranea”: cioè un organismo architettonico del tutto introverso, completamente chiuso verso l’esterno ed aperto sulla sua corte interna. La forma trapezoidale del lotto, posto all’incrocio fra due strade, si è dimostrata perfetta per la definizione di una corte interna quadrata di 12 metri per lato attorno alla quale si è sviluppata l’abitazione, collocata sui due lati affaccianti su strada. La corte interna è il luogo che unisce tutti gli spazi dell’abitazione: l’ingresso, il grande living e lo studio professionale della committente. Il rapporto con il contesto è espresso invece nelle rotazioni dei volumi puri che costituiscono i due livelli dell’edificio: i due parallelepipedi che definiscono il piano terra ed il primo piano (rispettivamente zona giorno e zona notte) sono posti con una leggera rotazione l’uno sull’altro e si intersecano con il volume corrispondente allo studio professionale. Internamente uno spazio a doppia altezza collega i due livelli fra di loro, facendo quasi da cerniera, e rende leggibili anche dall’interno i principi della composizione. L’intonaco bianco è il materiale principe che è stato utilizzato, abbinato con un pavimento in pietra naturale, anch’esso tributo alla tradizione architettonica mediterranea.