Henri Fantin-Latour diceva: ‘‘Si dipingono le persone come si dipingono i fiori in un vaso…ma che dire dell’interiorita’…L’anima e’ come una musica che suona dietro il velo della carne. Non si puo’ dipingere ma si puo’ farla sentire’’
Far ‘‘sentire’’ l’anima dei proprietari, partendo da memorie e radici è l’incipit del progetto.
I proprietari, amanti dell’arte e degli anni 60, desideravano uno spazio che riflettesse le loro passioni condivise e l’esperienze passate vissute separatamente: lui a Venezia, lei a Marrakech, uniti a Milano. Lo spazio aveva bisogno di una storia per essere all’altezza delle vite entusiasmanti dei proprietari. Partendo da un’analisi delle immagini -comuni e diverse- che ognuno di loro porta dentro di sé, abbiamo sviluppato un linguaggio ibrido e omogeneo, che andasse in sintonia con le loro personalità.
Modifiche chirurgiche al layout hanno perfezionato il flusso generale. Per un risultato più contemporaneo, lo spazio è stato riconfigurato grazie alla commistione di elementi architettonici classici ed una colour palette sofisticata & vivace. Il colore diventa elemento strutturale di per se dialogando con l’arte, l’artigianato ed il design. Gli arredi sono un insieme di objets trouvés, dipinti di collezione privata ed antiquariato; un metissage unico che riflette le personalità dei proprietari. Ove possibile si è fatto risaltare l’elemento artigianale, vetrata in ferro verniciato, backsplash in calcite azul, mobile bagno con riferimenti marocchini, lampade e specchi in vetro soffiato.