Tribute to E. Sottsass
In una sera di Dicembre di parecchi anni fa, alcuni amici riuniti attorno ad un tavolo (dove certo non sarà mancato anche del buon vino rosso) iniziarono a chiedersi come spiegare l’idea che l’ornamento non dovesse più esser considerato un delitto.
Purtroppo l’estetica, come tutte le questioni di dottrina, è spesso caduta nelle mani di coloro che professano il primato dell’intelletto sulle ragioni del cuore.
Questo accade perché esplorare la sfera delle emozioni può risultare pericoloso e sapendo quanto è fragile l’Uomo, conviene sempre evitare di lasciare in giro le chiavi di noi stessi.
Tuttavia, molto di quello che accade non dipende dalla nostra volontà, allora arrivano momenti in cui le cose riprendono a mostrarsi in tutta la loro disarmante verità e semplicità, ci sorprendono per quello che ancora riescono a dirci. Tutto ci appare naturale e ci conquista come una rivoluzione alla portata di tutti.
In fondo Davide riuscì a sconfiggere il gigante Golia adoperando uno strumento molto naïf … giusto una fionda!
Bisognava ripartire dalle basi, intraprendere senza imbarazzo un nuovo percorso di alfabetizzazione che iniziasse da osservazioni elementari sulla composizione, i colori, le superfici e altro ancora.
Il padrone di casa di quella serata aveva un nome che ricordava un altro mito: si chiamava Ettore e molto dello spirito che dispensava appariva come una sorta di promessa esotica, c’era in lui una prospettiva aperta su mondi così lontani che eri pronto ad ascoltarlo per conoscere quale aspetto avesse il lato nascosto della luna.
Così si riprese a dar fiducia all’immaginazione, il Nilo e il Mississipi confluirono uno nell’altro e tra fertili distese di papiri apparve d’un tratto una nuova piramide chiamata Memphis.
Oggi si festeggiano i 40 anni da quella sera di Dicembre e, siccome Ettore resta per noi una stella luminosissima, abbiamo pensato fosse importante dirgli grazie attraverso questo piccolo progetto, grande giusto una stanza.